Maurizio Totti di Colorado Film su “Belli di papà”
La Colorado Film compie 30 anni. Abbiamo prodotto più di 40 film in molte parti di Italia e del mondo. Abbiamo sempre avuto buoni rapporti con le istituzioni locali e con la gente di quei luoghi.
In alcuni casi abbiamo dato un enorme impulso (clamoroso quello di Puerto Escondido in Messico) allo sviluppo turistico.
Abbiamo sempre lasciato ai commercianti (albergatori, ristoratori ecc.) e al personale ingaggiato molto più di quanto eventualmente ci abbiano attribuito, in termini di agevolazioni e di contributi.
La storia di questo film non si discosta molto dalle precedenti.
Abbiamo avuto ottima accoglienza, abbiamo lasciato sul territorio denaro e nuovi amici.
La polemica nella quale stanno cercando di trascinarci è a mio avviso sprovvista di ogni fondamento.
Pur rischiando di offendere l’intelligenza di chi ha già visto il film (molti a Taranto e in Puglia così come sul territorio nazionale), spiegandolo, cercheró di farlo in breve ad uso di chi deve farsi ancora un’idea in merito.
Un padre che ha fatto i soldi a Milano adora la Puglia (sua terra di origine) tanto da rifugiarvisi con i suoi tre figli superficiali e viziati con un artificio di una finta bancarotta.
I tre ragazzi nati, cresciuti e viziati a Milano, una volta arrivati nella casa abbandonata dove il padre è nato, potranno mai trovarla affascinante? Certo che no, come non potranno cogliere nulla di positivo negli incontri che faranno, semplicemente perché non in grado di vedere.
E questa è la prima parte. La seconda è quella che racconta il loro progressivo e quasi miracoloso inserimento nella società locale.
La terza ci porta alla decisione dei tre ragazzi di scegliere di andare a vivere a Taranto, mettere a nuovo la casa del padre e del nonno, (che diventa molto bella) aprire un ristorante in una masseria restaurata, far nascere il loro figlio a Taranto.
Insomma scelgono, ripeto, Taranto come luogo dove passare la loro vita (non una vacanza), investire il loro denaro (fatto dal padre al nord) in attività lecite e anche socialmente utili.
Se questo non è frutto di amore verso Taranto e la Puglia in genere, non so cosa dire.
Tralascio, poi, di fare riferimenti al diritto dell’autore di scegliere come rappresentare i tre momenti del film sopracitati.
Per quanto mi riguarda il sentimento che questo film suscita negli spettatori è talmente forte e positivo da non far rimpiangere nessuna “bella cartolina” dei luoghi, che peraltro qua e là ci sono.
Pregherei i dissenzienti su questo argomento di informarsi dalle agenzie creative, di pubblicità e comunicazione sulla reale efficacia dei messaggi veicolati dai sentimenti.
Sia io che il regista siamo aperti e disponibili ad un eventuale incontro pubblico con i Tarantini, per argomentare le nostre intenzioni e risultati.
Maurizio Totti – Colorado Film